CV Professionale

Attività di Libera Professione come Psicologa Clinica e Psicoterapeuta presso lo Studio di Monselice , Rovigo.

La Dott.ssa ha collaborato come psicologo presso Il Centro di Salute Mentale (CSM) di Monselice (Ulss 17 ) e, presso la Casa di Cura Privata "Città di Rovigo" nel reparto di Riabilitazione Neuropsicologico.

 

CV Formativo

Specializzazione quadriennale in Psicoterapia e Ipnosi Medica,  conseguita presso la Società Medica Italiana di Psicoterapia e Ipnosi (SMIPI) di Bologna.

Laurea quinquennale in Psicologia Clinica  presso l'Università degli Studi di Padova,  iscrizione all'albo A dell'Ordine degli Psicologi del Veneto n. 7938, per l'abilitazione alla professione di psicologo.

Terapeuta EMDR Practitioner (Eye Movement desensitisation and reprocessing)  Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso Movimenti Oculari 

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Cos’è l’EMDR

L'EMDR è un efficace trattamento che si è sviluppato negli ultimi venticinque anni ed è utilizzato in particolare per elaborare psicologicamente esperienze traumatiche di diverso genere. Esse possono per esempio riguardare abusi o carenze affettive di cui si è sofferto da piccoli, propri comportamenti per cui ci si sente in colpa, incidenti o violenze a cui si è assistito, lutti per la morte di persone care, insuccessi scolastici o lavorativi, delusioni amorose, ecc.

Spesso chi ha provato questo genere di esperienze sente che esse influenzano emotivamente la propria vita attuale al di là di tutti i possibili ragionamenti.  L'EMDR risulta straordinariamente efficace nel modificare l'intensità e la qualità delle emozioni connesse con questi ricordi in modo che esse risultino più adeguate per il soggetto.

La teoria sottostante all'EMDR ipotizza che alcuni traumi possano rimanere congelati nel cervello, non avendo così la possibilità di integrarsi con le altre esperienze e conoscenze di cui la persona potrebbe servirsi, quindi intatta la loro carica emotiva negativa. L'EMDR favorisce una naturale rielaborazione e integrazione dell'esperienza nel soggetto in modo simile a quanto avviene nella fase REM del sonno, quella in cui si sogna e che è dotato di rapidi movimenti oculari spontanei.

Concretamente l'EMDR consiste nell'individuare alcuni ricordi o immagini in qualche modo disturbanti, su cui viene effettuato un lavoro di rielaborazione. Quest'ultimo viene svolto seguendo un preciso protocollo di intervento che prevede anche una cosiddetta "stimolazione bilaterale", che può consistere in un tamburellamento sulle ginocchia del paziente, un movimento delle dita da seguire con gli occhi o un suono alternato fra orecchio destro e sinistro ascoltato tramite una cuffia. In tutti questi casi sembrano venir stimolati in modo alternato l'emisfero destro e quello sinistro del cervello. Questa stimolazione bilaterale rappresenta sicuramente l'aspetto più particolare e suggestivo della metodologia, da cui deriva anche l'acronimo inglese EMDR, che significa "desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari". L'EMDR viene a volte confuso con l ' ipnosi da cui però si differenzia nettamente perché il soggetto viene semplicemente posto nelle condizioni di seguire il proprio naturale flusso di pensieri (che in precedenza è rimastova bloccato) senza subire alcun suggerimento esterno; nell'EMDR la persona assume quindi sempre un ruolo estremamente attivo. 

Essendo  una forma di psicoterapia  di terza generazione, l'EMDR ha suscitato un'intensa mole di ricerche volta ad approfondire meglio le ragioni della grande efficacia clinica riscontrata ei sottostanti meccanismi di funzionamento implicati.

L'EMDR è l'unica forma di psicoterapia di cui è stata attualmente dimostrata nella letteratura scientifica internazionale l'efficacia su base neurobiologica. Più specificatamente, nella ricerca pubblicata a settembre 2012 da Pagani et al. su Plus One di Science, le immagini di diverse elettroencefalografie, prima e dopo una seduta di EMDR, indicare che prima del trattamento EMDR nel cervello si attivano durante la rievocazione del trauma le aree limbico emozionali, mentre dopo il trattamento EMDR si attivano invece semplicemente le aree cognitive, dimostrando quindi esistere di una base neurobiologica alla trasformazione esperita dai soggetti della memoria traumatica da emozionale (fonte quindi di disturbo e riattivazione nel presente) a mentale (percepita unicamente come un ricordo appartenente ormai al passato).

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto in modo ufficiale l'EMDR come un trattamento particolarmente efficace per il trattamento di traumi psicologici e del disturbo post traumatico da stress.  In Italia, come in tutto il resto del mondo, negli ultimi anni l'EMDR è sempre più diffuso e viene ora utilizzato come trattamento di riferimento in molte Aziende Sanitarie Locali, Ospedali e centri d'eccellenza privati.

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 TRATTAMENTO CON EMDR

Eye Movement Desensitization and Reprocessing (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari).
Negli ultimi anni ci sono stati più studi e ricerche scientifiche sull’EMDR che su qualsiasi altro metodo usato per il trattamento del trauma e dei ricordi traumatici. I risultati di questi lavori hanno portato questo metodo terapeutico ad aprire una nuova dimensione nella psicoterapia. L’efficacia dell‘EMDR è stata dimostrata in tutti i tipi di trauma, sia per il Disturbo Post Traumatico da Stress che per i traumi di minore entità. Nel 1995 il Dipartimento di Psicologia Clinica dell’American Psychological Association ha condotto una ricerca per definire il grado di efficacia di questo metodo terapeutico e le conclusioni sono state che l’EMDR è non solo efficace nel trattamento del Disturbo da Stress Post Traumatico ma che ha addirittura l’indice di efficacia più alto per questa categoria diagnostica.

L’EMDR è un approccio complesso ma ben strutturato che può essere integrato nei programmi terapeutici aumentandone l’efficacia. Considera tutti gli aspetti di una esperienza stressante o traumatica, sia quelli cognitivi ed emotivi che quelli comportamentali e neurofisiologici. Questa metodologia utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra, per ristabilire l’equilibrio eccitatorio/inibitorio, provocando così una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali.

Si basa su un processo neurofisiologico naturale, legato all’elaborazione accelerata dell’informazione. L’EMDR vede la patologia come informazione immagazzinata in modo non funzionale e si basa sull’ipotesi che c’è una componente fisiologica in ogni disturbo o disagio psicologico. Quando avviene un evento ”traumatico” viene disturbato l’equilibrio eccitatorio/inibitorio necessario per l’elaborazione dell’informazione. Si può affermare che questo provochi il ”congelamento” dell’informazione nella sua forma ansiogena originale, nello stesso modo in cui è stato vissuto. Questa informazione ”congelata” e racchiusa nelle reti neurali non può essere elaborata e quindi continua a provocare patologie come il disturbo da stress post traumatico (PTSD) e altri disturbi psicologici.
I movimenti oculari saccadici e ritmici usati con l’immagine traumatica, con le convinzioni negative ad essa legate e con il disagio emotivo facilitano la rielaborazione dell’informazione fino alla risoluzione dei condizionamenti emotivi. Nella risoluzione adattiva l’esperienza è usata in modo costruttivo dalla persona ed è integrata in uno schema cognitivo ed emotivo positivo.

Le ricerche condotte su vittime di violenze sessuali, di incidenti, di catastrofi naturali, ecc. indicano che il metodo permette una desensibilizzazione rapida nei confronti dei ricordi traumatici e una ristrutturazione cognitiva che porta a una riduzione significativa dei sintomi del paziente (stress emotivo, pensieri invadenti, ansia, flashbacks, incubi). Infatti, questa nuova forma di psicoterapia è stata rivolta inizialmente al trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress, ma attualmente è un metodo ampiamente utilizzato per il trattamento di varie patologie e disturbi psicologici.

L’EMDR è usato fondamentalmente per accedere, neutralizzare e portare a una risoluzione adattiva i ricordi di esperienze traumatiche che stanno alla base di disturbi psicologici attuali del paziente.

Queste esperienze traumatiche possono consistere in:

– Piccoli/grandi traumi subiti nell’età dello sviluppo
– Eventi stressanti nell’ambito delle esperienze comuni (lutto, malattia cronica, perdite finanziarie, conflitti coniugali, cambiamenti)
– Eventi stressanti al di fuori dell’esperienza umana consueta quali disastri naturali (terremoti, inondazioni) o disastri provocati dall’uomo (incidenti gravi, torture, violenza).

 

Per ulteriori informazioni o per un appuntamento presso lo studio di Monselice, Rovigo, contattare la Dott.ssa Mozzato, Psicologa Psicoterapeuta specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale e Ipnosi Medica:

E-mail: ornella.mozzato@gmail.com   Tel. 346-18.35.890 Instagram: @ornellamozzato

 

VALUTAZIONE PSICODIAGNOSTICA

La valutazione psicodiagnostica consiste nella valutazione di aspetti e processi della personalità, degli atteggiamenti e delle modalità relazionali, del livello e della tipologia di competenze cognitive ed emotive e della loro relativa gestione. La valutazione delle difficoltà e del malessere del paziente si realizza per mezzo di una serie di colloqui anamnestici e clinici finalizzati alla conoscenza della storia della vita del paziente, all'analisi delle sue principali dinamiche relazionali, al ricavare informazioni utili e essenziali sulle sue attitudini, le sue credenze, i suoi valori, le sue ambizioni, la sua personalità. La valutazione psicodiagnostica viene eseguita anche attraverso la somministrazione di test psicologici allo scopo di valutare aspetti del funzionamento cognitivo, emotivo e relazionale della persona.

  

COME FUNZIONA LA PSICOTERAPIA COGNIVO-COMPORTAMENTALE?

La psicoterapia cognitivo comportamentale è un intervento psicologico particolarmente efficace nel trattamento di problematiche d'ansia (tra cui attacchi di panico, agorafobia, fobie specifiche e Disturbo ossessivo compulsivo ) e problematiche depressive , come raccomandato dalle linee guida internazionali.
Il trattamento cognitivo comportamentale , inoltre, è indicato anche per la cura di altre problematiche psicologiche, tra cui il Disturbo post Traumatico da Strss ei Disturbi del comportamento alimentare.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è scientificamente fondata

Le solide basi scientifiche della terapia cognitivo comportamentale sono dovute ad accurati e prolungati studi sulla psicopatologia, sui meccanismi di mantenimento dei disturbi e sull'efficacia delle procedure della psicoterapia cognitivo comportamentale nel modificare comportamenti e pensieri patologici. Basato sul contributo di numerosi studiosi che, nel corso del tempo, hanno arricchito il bagaglio scientifico e clinico della psicologia e della psicoterapia cognitivo comportamentale, questo intervento terapeutico permette il miglioramento e la risoluzione del disagio psicologico attraverso una partecipazione attiva e collaborativa del paziente nelle varie fasi del percorso terapeutico. 

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è una terapia di breve durata (dai 3 ai 12 mesi)

La terapia cognitivo-comportamentale è centrata sul presente

Nella terapia cognitivo comportamentale si fa riferimento allo stretto rapporto di interazione esistente tra pensieri-emozioni e comportamento.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale, a partire dall’analisi della singola situazione e pertanto della storia di ogni persona, intende mettere a fuoco gli elementi problematici nel rapporto tra: aspetti cognitivi (pensieri  ed immagini), emozioni e comportamento al fine di favorire, in una fase successiva, il corretto equilibrio tra questi fattori e permettere così di curare specifici disturbi, superare periodi di vita critici e problematici, promuovendo il miglioramento della qualità della vita del singolo e favorendo l’adozione di stili di pensiero e di comportamento salutari in direzione di un maggiore benessere psicologico.

E' una cura specifica per diverse problematiche:

Il lavoro psicologico nella psicoterapia cognitivo comportamentale è specifico per ogni problematica psicologica affrontata: uno dei pregi della terapia cognitivo comportamentale è quello di avere indagato e riconosciuto i meccanismi psichici sottostanti ai vari disturbi e di avere sviluppato procedure terapeutiche mirate a modificare efficacemente e in tempi brevi la difficoltà affrontata.
Poiché l’appropriata applicazione delle procedure cognitivo comportamentali determina, non soltanto un sollievo e una riduzione dei sintomi presentati all’inizio del trattamento ma permette anche cambiamenti più ampi e profondi relativi ai processi psichici che hanno portato all’insorgenza del disturbo, i miglioramenti ottenuti con la terapia cognitivo-comportamentale si protraggono nel tempo. L’intervento cognitivo-comportamentale, oltre ad essere specifico per la problematica psicologica presentata, è naturalmente esclusivo per ogni persona, in modo da adattarsi nel miglior modo possibile alle caratteristiche e alle esigenze di ognuno.

 

Quali sono le fasi della terapia cognitivo-comportamentale?

Idealmente, nella terapia cognitivo comportamentale possono essere comunque distinte alcune fasi generali:
una prima fase di conoscenza: si svolge nelle sedute iniziali e permette di comprendere in modo approfondito le problematiche psicologiche presentate, individuando i rapporti specifici tra pensieri, emozioni e comportamento, alla luce della storia personale e del contesto di vita. Questa fase permette anche di evidenziare i punti di forza e le risorse psicologiche della persona, che potranno costituire una valida base di partenza per il percorso psicoterapeutico.
Una fase di individuazione e condivisione degli obiettivi terapeutici in cui il paziente e lo psicologo definiscono gli obiettivi del percorso psicologico che è possibile raggiungere nel corso della terapia, eventualmente stabilendo degli obiettivi di breve, medio e lungo periodo.
A questo punto, si entra nel vivo della terapia che, come si è detto, è declinata in funzione delle peculiarità della persona e della problematica presentata, sempre aderendo alle procedure della psicologia più efficaci ed attuali dell’ambito cognitivo-comportamentale.
Tra una seduta di psicoterapia cognitivo-comportamentale e l’altra vi è solitamente la prescrizione di svolgere alcune attività concordate con lo psicologo e volte a favorire il raggiungimento degli obiettivi stabiliti, che possono riguardare il graduale cambiamento di determinati comportamenti o l’attuazione di specifiche tecniche volte a promuovere modalità di pensiero maggiormente efficaci e salutari.

 

La psicoterapia cognitivo comportamentale è attiva e collaborativa

La partecipazione attiva, collaborativa e propositiva del paziente all’interno del processo terapeutico cognitivo-comportamentale è costantemente incoraggiata e guidata dallo psicologo al fine di favorire i progressi terapeutici e l'esito positivo del trattamento.
Con il progredire dei benefici della terapia e con il graduale raggiungimento degli obiettivi concordati, si riduce la frequenza delle sedute terapeutiche che, in questa fase, hanno prevalentemente la funzione di favorire l’autonomia della persona ed il progressivo distacco dalla figura del terapeuta, consolidando i benefici psicologici raggiunti e fornendo validi strumenti per poter affrontare efficacemente, anche in momenti successivi, l’eventuale presenza situazioni difficili o di stress.

Per ulteriori informazioni o per un appuntamento presso lo studio di Monselice, Rovigo, contattare la Dott.ssa Mozzato, Psicologa Psicoterapeuta specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale e Ipnosi Medica:

E-mail: ornella.mozzato@gmail.com   Tel. 346-18.35.890 Instagram: @ornellamozzato

 

PSICOTERAPIA IPNOTICA

Milton Erickson ha rivoluzionato l’utilizzo dell’ipnosi medica considerandola una spontanea e naturale condizione di alterazione della coscienza, e sganciandola da tutte le accezioni magiche attribuite negli anni.

E’ di questo che si occupa la psicoterapia ipnotica medica.

L’ipnosi medica viene considerata come uno stato modificato di coscienza, talvolta spontaneo, altre volte indotta. Tale modifica di coscienza è il mezzo che ci consente di allacciare la parte più profonda della nostra mente.

Lo stato di ipnosi, o trance, è praticamente privo di azione terapeutica di per sé, e può raffigurarsi come una piattaforma sulla quale va a posarsi il procedimento psicoterapeutico.

È all’interno di questo stato alterato di coscienza, che è possibile guidare e mandare dei messaggi analogici psicoterpeutici al nostro inconscio.

Esiste una differenza significativa tra ipnosi e psicoterapia ipnotica.
L’ipnosi è quindi da considerare una condizione mentale, all’interno della quale è mettere in pratica una serie di interventi psicoterapeutici.

Diceva proprio Erickson “la mente inconscia è il deposito di tutte le esperienze della personalità, delle cose apprese dalla personalità e dagli atteggiamenti della personalità”; specificava che tale deposito, può essere alla base di determinati processi di guarigione nel campo organico e soprattutto in quello psichico.

Spesso i pazienti hanno difficoltà perchè la programmazione conscia ha limitato le loro capacità inconsce. Molti nostri cambiamenti sono impediti e limitati da schemi di riferimento mentali rigidi.
Il fine della psicoterapia ipnotica è quello di spezzare le limitazioni degli atteggiamenti coscienti per lasciare che sia il materiale inconscio a risolvere il problema.

E’ una psicoterapia naturalistica e non direttiva perchè il suo fine è quello di far esplodere le risorse, e i cambiamenti che sono già depositati dentro il soggetto.

Erickson diceva che non c’è niente di più delizioso che lasciare dei semi al vento, senza sapere che specie di fiore crescerà e dove crescerà. Con questa metafora sull’attesa e la pazienza invitava al cambiamento poiché “la vita non è qualcosa cui si possa dare risposta oggi, ma bisogna godere del processo dell’attesa, del processo del divenire ciò che si è.”